Non ero mai riuscita a guardarmi davvero mentre facevo l’amore. Mi vergognavo un po’.
Di me, del mio corpo, del modo in cui mi muovevo. Anche quando ero con lui, e lui mi diceva che mi trovava bellissima.

Poi una sera, senza dire nulla, ha spostato lo specchio lungo del corridoio nella camera da letto.
Ha acceso solo la luce della lampada da terra. Calda, morbida.
Mi ha fatto sedere sul bordo del letto, in lingerie — quella nera, trasparente, che mi faceva sentire audace anche se ero terrorizzata.

“Voglio che ti guardi mentre ti tocco. E voglio che ti piaccia.”

Mi ha bendata. Ma prima aveva sistemato lo specchio in modo che, se mi fossi tolta la benda, avrei visto tutto. 

Le sue dita sono scese lentamente, senza fretta.
Mi accarezzava come se stessi per rompermi, e io tremavo sotto ogni suo tocco. Le sue dita erano liquide, scivolavano su di me e ad ogni suo tocco, sul mio corpo si produceva una inebriante sensazione di calore. Da bendata non riuscivo più a capire cosa mi toccasse, quante dita c’erano… ero tutta un fremito.

Poi ha preso il massaggiatore a onde sonore. Uno di quei giocattoli silenziosi, sfiziosi che pensi userai sempre da sola quando lui va via con amici o per lavoro e invece sapeva dove lo avevo nascosto.
Avevamo riso quando lo avevamo ordinato su LovePassion. “Questo ce lo frega tua madre se lo trova”, aveva detto e io mi ero premurata di nasconderlo bene, pensando che sarebbe rimasto in quel cassetto nascosto al sicuro, quasi dimenticandomene alla fine.
Ora ridevo meno. Ma godevo di più. Le sue mani, il massaggiatore sposato nei punti giusti mi facevano contorcere di piacere.

Mi ha chiesto di togliermi la mascherina.
L’ho fatto. E mi sono vista. Vista mentre ansimavo, con le gambe tremanti, il viso contratto di piacere.
Vista mentre godevo.

E in quel momento, mi sono piaciuta. Tanto. Più di quanto abbia mai fatto davanti a nessuno. Mi sono trovata sexy, riconosciuta. 
Ho incontrato i suoi occhi e ho capito finalmnete come lui mi guardava, ho capito quanto fossi potente e provocante allo stesso tempo. Lui mi voleva. Voleva leccarmi, succhiarmi, sentire il mio piacere tra le mani e sulle labbra e io… io adoravo farlo aspettare e vederlo impazzire mentre io mi prendevo continuamente tutto il mio piacere.

Dopo, quando mi è venuto dentro, guardandomi fisso nello specchio, ho capito che non volevo più vergognarmi.
Del mio corpo, del mio piacere, di niente.