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La storia del vibratore:
da terapia medica a piacere personale (con tanto di ironia)

Sembra strano a dirsi, ma il vibratore è nato in ospedale. E se ci pensi, c’è qualcosa di poetico nel fatto che uno strumento nato per curare un disturbo oggi sia diventato un simbolo di libertà e consapevolezza.

Sì, proprio così.

Dottori e "isteria"

Nel XIX secolo, molti medici curavano le donne per una condizione chiamata “isteria” — una diagnosi generica che comprendeva ansia, nervosismo, insonnia, e persino desiderio sessuale. La cura? Un “massaggio pelvico” per indurre quello che allora chiamavano “parossismo isterico”. Oggi, lo chiamiamo più semplicemente orgasmo.

Il problema? Questi trattamenti richiedevano molto tempo e… molta manualità. Così, per velocizzare il lavoro, nel 1880 un medico inglese inventò il primo vibratore elettromeccanico. Nacque come strumento medico, mica per gioco!

Dalla clinica alla camera da letto

Col tempo, i vibratori passarono dai lettini degli studi medici ai cataloghi per signore. Già negli anni ’20 erano venduti come elettrodomestici per il “benessere femminile”, assieme a phon e frullatori. Solo più avanti furono associati esplicitamente al piacere sessuale.

Poi arrivarono gli anni ’60, la rivoluzione sessuale, e la verità venne fuori: i vibratori non erano solo per curare. Erano per conoscere il proprio corpo, per piacere, per libertà.

Oggi: design, discrezione e libertà

Oggi i sex toys sono belli, discreti, di design. Non devono più mimetizzarsi o farsi passare per strumenti medici. Sono oggetti di piacere, punto.

E se ci pensi, c’è qualcosa di poetico nel fatto che uno strumento nato per curare un finto disturbo oggi sia diventato un simbolo di libertà e consapevolezza.

Noi di LovePassion ne siamo convinti: conoscere la storia del piacere è anche un modo per viverlo meglio. E con un bel sorriso in più.

Dal web...

Articolo di Sofia Lincos e di Giuseppe Stilo

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